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Maggio 2018


SPOSA DELLA TERRA DEI FIGLI DI ABRAMO -
Messaggio per mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme

Ebron, 1 aprile 2016

Io sono venuta affinché il Vangelo di mio Figlio possa divenire così luminoso da rischiarare le tenebre del vostro cuore e voi possiate vedere in esso lo strumento posto nelle vostre mani che, con la sua forza, può cambiare il cuore di ogni essere umano creato ad immagine del nostro Creatore: solo la forza del Vangelo può aprire i cuori al desiderio di pace.
Vengo a voi affinché il vostro cuore possa convertirsi fino in fondo al Vangelo e riempirsi di quell’amore capace di entrare in ogni ascoltatore della buona notizia in esso contenuta.
Ora vi chiedo: consacrate queste terre al mio Cuore Immacolato!
Non voglio essere solo la vostra “Madre celeste”, ma anche la “Sposa di ogni Famiglia”, e voglio essere venerata come la “Sposa della terra dei Figli di Abramo”. Accettate la mia discesa, in questo nuovo ruolo, in queste terre la cui polvere è ancora attaccata ai piedi di mio Figlio.
Egli non la vuole scuotere perché l’ha redenta con il suo sangue e la vuole santificare adempiendo l’antica Promessa.
Il prossimo mese dedicato al cuore di mio Figlio, il Figlio dell’Altissimo, promuovete una giornata dedicata alla preghiera, in cui, per la seconda volta, vi chiedo di invitare anche gli altri discendenti dei figli di Abramo [ebrei e musulmani], affinché, insieme, invochiate la pace.
Continuate a camminare insieme a me, affinché il mio Cuore trionfi: ciò avverrà quando colui che mio Figlio ha posto nella sua Chiesa come Pastore universale consacrerà queste terre al mio Cuore Immacolato.
Ora è iniziata l’era in cui, se ascoltate le mie parole, vi condurrò, passo dopo passo, al pieno adempimento dell’antica Promessa di benedire tutte le famiglie della terra. Vi porto il sorriso di mio Figlio.

 


 

La Vergine santa comunicò questo bellissimo messaggio a Ebron, nel giardino antistante le Tombe dei Patriarchi. Vi eravamo andati per chiedere una particolare benedizione sull'Atto di Consacrazione del Medio Oriente, che l’indomani, domenica 3 aprile 2016, sarebbe stato pronunciata a Gerusalemme nella basilica del Getsemani da mons. William Shomali, vescovo di Gerusalemme, e a Nazaret da mons. Fouad Twal, patriarca latino di Terra Santa.
Erano circa le 16.00 quando Giulio si è separato dal gruppo (che comprendeva anche l’amico frate Cappuccino padre Eugenio Scalco) e si è recato sul lato destro dell’edificio. Maria è apparsa in quel momento per trasmettere il messaggio per mons. Fouad Twal.
Il testo inizia affermando la forza del Vangelo di Cristo e la sua capacità di trasformare il cuore di ogni essere umano.
Viene rinnovata la richiesta di Consacrazione delle terre mediorientali, aggiungendo un particolare importante: Maria chiede di essere venerata come la “Sposa della terra dei Figli di Abramo”. Questo nuovo titolo evidenzia il particolare legame tra la Santa Vergine e la Terra Santa, con una chiara allusione alla profezia di Isaia 62,4: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno Sposo”. Maria personifica e rappresenta la Terra Santa nei confronti del Signore che col suo Sangue l’ha redenta.
Segue un’immagine molto forte ricalcata sul passo di Luca 10,10-12: “La polvere di queste terre è ancora attaccata ai piedi di mio Figlio. Egli non la vuole scuotere perché l’ha redenta con il suo Sangue e la vuole santificare adempiendo l’antica Promessa”.
Vi è poi la richiesta di organizzare nel mese di giugno, a Gerusalemme, una giornata di preghiera per la pace in Medio Oriente, a cui, Maria, per la seconda volta, chiede di invitare anche gli altri discendenti dei figli di Abramo: ebrei e musulmani. Perché è così importante farlo? Perché è un modo molto concreto per dire che oggi, come cristiani, non consideriamo più gli ebrei e i musulmani come dei fratelli decaduti dalla grazia, e perciò espropriati dall’eredità promessa, ma che riconosciamo il loro pieno diritto di partecipare a tale eredità.
Questa preghiera per la Consacrazione del Medio Oriente, celebrata a Gerusalemme con una rappresentanza di ebrei e musulmani, è talmente importante agli occhi di Dio che, secondo questo messaggio, quando essa sarà fatta dal Santo Padre costituirà il “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”.
Il messaggio si conclude con la riaffermazione che, dopo millenni di attesa, la “buona notizia” di quest’epoca è proprio che Dio sta per adempiere l’antica Promessa fatta ad Abramo di benedire tutte le famiglie della terra: proprio in questo tempo!

La promessa ad Abramo

Come ricordato in apertura di commento, questo messaggio per mons. Fouad fu trasmesso dalla Vergine santa ad Ebron. Per comprendere il significato di questa localizzazione, occorre considerare che, per importanza spirituale, Ebron è la seconda città della Terra Santa dopo Gerusalemme. Vi sono custodite le Tombe dei Patriarchi ed è il luogo dell’unzione regale di Davide (2Sam 5,1-5). Sul significato spirituale di Ebron e il ruolo del patriarca Abramo nel disegno di Dio, è molto interessante la seguente lettera scritta da Giorgio La Pira nel giugno 1974 alla Madre superiora di un convento di clausura.

Reverenda Madre,
nei prossimi giorni sarò a Gerusalemme, ed andrò a Ebron (dove fui - in pellegrinaggio di pace - nel 1968) in pellegrinaggio presso la tomba del patriarca Abramo e degli altri patriarchi: il punto di irradiazione della pace del mondo è, in certo senso, proprio lì. […] Il Signore stesso […] e la Madonna stessa […] lo hanno profeticamente visto e costituito quale “punto unitivo” di tutte le nazioni e di tutta la storia. Orbene: la storia presente dei popoli si trova proprio ai nostri giorni nella “inevitabile necessità” di trovare nella unità della famiglia abramitica il suo approdo storico: la unità, la pace, la giustizia, la grazia del mondo intero, dipendono, infatti, in certo senso, da questo approdo.
È necessario, cioè, che la triplice famiglia “dei popoli di Abramo” (ebrei, cristiani, musulmani) trovi attorno alla tomba ed all'altare del comune Patriarca la sua unità, la sua pace, la sua grazia, la sua giustizia ed il suo comune punto di avanzata storica verso il futuro […] per la unificazione e la pacificazione della famiglia dei popoli di Abramo e, in conseguenza, dei popoli di tutta la terra.
All’unità, alla pace e alla giustizia fra i popoli non c'è - in questa età finale, cosmica, atomica - nessuna alternativa! [...] Il pellegrinaggio a Ebron si inserisce appunto in questa inevitabile e crescente speranza di Abramo: esso, del resto, è la continuazione ideale del pellegrinaggio simile fatto ad Ebron nel 1968 (subito dopo la guerra dei sei giorni) in condizioni allora quasi disperate.
Oggi il cielo si è quasi miracolosamente schiarito ed una stella di prima grandezza, quasi nuova stella di Betlemme, è apparsa nel cielo della Chiesa e del mondo. Poesia? Utopia? Anche: ma sono i fatti stessi (tanto impreveduti e quasi miracolosi) che la indicano!
Si tratta, cioè, di profezia (Is 2,4ss; Luca 4,14ss; Corano III,9; III,64) destinata a diventare storia: una storia che avanza verso le inevitabili frontiere di quel regno di Cristo – il regno del Padre celeste! - che vuole attraverso la mediazione del patriarca Abramo, attuare nel mondo l'unità, la giustizia, il disarmo e, con essi, la grazia, la gioia e la pace! La dolcissima Regina del mondo, Madre della Chiesa, Madre di tutti i popoli e Madre nostra, vuole essa - in modo “prepotente” - questa pace, questa grazia e questa gioia dei suoi figli di tutti i continenti. Il Signore e la Madonna - Madre Rev.ma - ci diano la grazia di essere a loro così uniti da essere partecipi e protagonisti noi pure (in certo senso e in qualche modo) di questo divino (quasi utopico) disegno di amore e di gioia!
Fraternamente nel Signore.
G. La Pira

Cisgiordania, Ebron: Tombe dei Patriarchi

Un ricordo molto particolare di questa località è anche legato alla singolare esperienza che vi abbiamo vissuto nell'agosto 2012, in occasione del pellegrinaggio dell’associazione alle Tombe dei Patriarchi. Durante quella visita, Giulio vide un gruppo di circa una ventina di donne vestite di nero, appartenenti all' “altro mondo”, che seguivano da vicino i pellegrini dell’associazione. Alla domanda su chi fossero, la Vergine santa spiegò che si trattava delle “Madri d’Israele” che piangevano per le condizioni dei figli d’Israele e pregavano per le sorti della pace in Medio Oriente.

 


 

 Notizie dall'Associazione Sposa di Sion

  • Si è da poco conclusa la bella esperienza di Giulio, Angelo Fasolino, Davide ed Eleonora in Sicilia dove, con la signora Sebastiana di Graniti e il gruppo che si riunisce con lei, don Salvatore Sinitò e gli altri amici siciliani, è stata inaugurata una nuova e bella immagine di Maria Sposa della Famiglia a Graniti, in un contesto di preghiera e intensa spiritualità.
  • Proseguono i preparativi per la Settimana di Preghiera dal 25 giugno al 2 luglio 2018 a sostegno delle tre intenzioni indicate da Maria come priorità per il nostro tempo: Famiglia, Santo Padre e Pace in Medio Oriente. A breve vi spediremo i testi e il materiale, tradotto in varie lingue, utile per promuovere questo importante evento presso famiglie, associazioni, comunità e parrocchie, ..., in Italia e all'estero.
  • Come già sapete, domenica prossima, 20 maggio, partiamo per la seconda tappa della nostra missione nel nord dell’Etiopia. Un grazie di cuore a tutti coloro che, con generosità e in diversi modi, stanno contribuendo alla buona riuscita di questo iniziativa voluta dalla Santa Vergine.
  • Proseguono i lavori della Commissione diocesana incaricata di esaminare le apparizioni e rivelazioni di Maria Sposa della Famiglia. In questi giorni di novena allo Spirito Santo, affidiamo i membri di questa Commissione al sostegno della vostra preghiera, come anche il servizio pastorale del nostro arcivescovo Mario Delpini.
  • Un saluto particolare agli amici di Bukavu che lo scorso 13 maggio hanno celebrato il quinto anniversario della venuta di Maria Sposa della Famiglia nella Repubblica Democratica del Congo.

Pace, forza e gioia!

p. Associazione Sposa di Sion
il presidente
Angelo Ansalone