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Novembre

Associazione Sposa di Sion Lettera di novembre 2015

 

 

MESSAGGIO PER L’ASSOCIAZIONE SPOSA DI SION

 

Mazzo di Rho, 3 marzo 2007

 

 

 

Cari figli,

 

ieri ero presente e come promesso ho distribuito molte grazie a chi da tempo cerca nel suo cuore quella pace che solo Dio può dare.

 

Molte persone cercano gloria e onore ma io ho desiderato darvi una cosa che vedo spesso fare da mio Figlio: l’umiltà. Quante volte ho visto mio Figlio lavare le ferite di tanta gente e asciugarle con tanto amore e anche ora che siede alla destra di Dio continua a chinarsi a baciare le piaghe aperte di tanta gente.

 

Voi, figli cari, continuate a camminare nella mia luce perché essa è la strada indicata da Dio, essendo Egli stesso luce piena che penetra nel buio più profondo.

 

Io sono un raggio di tale luce, mandato nel mondo per illuminare e far brillare la Parola di mio Figlio.

 

Lavorate nel silenzio e nella pace; è il modo giusto per dimostrare che veramente credete che sono in mezzo a voi.

 

*****

 

In questo messaggio, ricevuto da Giulio il 3 marzo 2007, la Santa Vergine confermava la sua presenza al 2 di ogni mese, e la sua volontà di continuare a distribuire “grazie a chi da tempo cerca nel suo cuore quella pace che solo Dio può dare”.

 

Ma chi sono costoro? In genere si tratta di persone insoddisfatte delle risposte che normalmente nelle nostre società si danno ai bisogni fondamentali dell’uomo e che, per questa ragione, restano sempre alla ricerca di altro. Spesso, sono uomini e donne profondamente deluse anche dai comportamenti degli uomini di Chiesa che, a causa di questi scandali, rischiano di allontanarsi sempre di più dalla vita della comunità cristiana. “Il mio nome è bestemmiato tra le genti a causa vostra” (Rm 2,24); così, per bocca dei suoi profeti, Dio manifestava il proprio rammarico per la condotta infedele degli israeliti; ma non ce la siamo cavata molto meglio noi cristiani, se già nel III° secolo un padre della Chiesa come Origene, figlio di un martire cristiano e anch’egli arrestato e brutalmente torturato sotto la persecuzione di Decio, nel commentare l’episodio di Gesù che caccia i venditori dal Tempio, scrisse: “Se a ragione Gesù pianse su Gerusalemme, quanto a maggior ragione piangerà sulla Chiesa che è stata edificata per essere casa di preghiera ma è diventata di fatto, per l’avidità e il lusso di alcuni, e magari non dovessi aggiungere anche tra i capi del popolo, una spelonca di ladri!”

Purtroppo avidità e amore per il lusso non sono piaghe solo della Chiesa dell’epoca di Origene, ma sono tentazioni costanti per i cristiani di ogni tempo, come spesso ci richiama Papa Francesco. Da qui l’insistenza della Santa Vergine sull’importanza dell’umiltà e del servizio:

 

Molte persone cercano gloria e onore ma io ho desiderato darvi una cosa che vedo spesso fare da mio Figlio: l’umiltà.

 

Quante volte ho visto mio Figlio lavare le ferite di tanta gente e asciugarle con tanto amore e anche ora che siede alla destra di Dio continua a chinarsi a baciare le piaghe aperte di tanta gente.”

 

Anche nel nostro cammino associativo, con tante belle iniziative a favore dei più poveri, dobbiamo fare molta attenzione e vigilare sempre sulla purezza del nostro cuore e sulle ragioni profonde del nostro impegno. Altrimenti corriamo il rischio di faticare invano: il nostro è veramente un operare a servizio della Chiesa e dei più poveri, oppure ci serviamo della Chiesa e dei più poveri per appagare noi stessi e innalzare il nostro io?

 

Come facciamo a distinguere le due cose? In questo messaggio Maria ce lo indica molto bene, descrivendo Gesù che si china sulle ferite di tanta gente lavandole, asciugandole e baciandole con tanto amore.

 

Se il nostro servizio non è animato e guidato dall’amore, allora stiamo solo edificando noi stessi sulle spalle dei più poveri. Non riusciremo mai a vedere in essi dei fratelli e delle sorelle da incontrare nella loro singolarità e sofferenza ma continueremo a vedere e ad incontrare solo delle “categorie di bisognosi”: gli ammalati, i disabili, i terminali (che orrenda parola!), le prostitute, i divorziati, gli omosessuali, gli extracomunitari, i carcerati, i tossicodipendenti, ecc., ecc.

 

Non riusciremo mai ad amarli con quell’amore di cui parla Maria perché non si può amare “una categoria” ma solo “una persona” che si è imparato a conoscere nella sua singolarità e nella sua sofferenza.

 

E nemmeno riusciremo mai a scorgere in essi i tratti del nostro Signore che con questi sofferenti si è sempre voluto identificare fino a dire “Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli lo avete fatto a me”.

 

In questo periodo di buio, di corruzione dilagante e di minacce terroristiche, insieme a tutta la Chiesa che celebra il tempo di Avvento, ci impegniamo a ravvivare in noi l’attesa del Signore che viene e ci prepariamo anche al grande evento del Giubileo della misericordia, indetto da Papa Francesco, che inizierà il prossimo 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria.

 

La Vergine Sposa della Famiglia, di cui celebriamo il decimo anniversario delle prime apparizioni di Mazzo, “mandata nel mondo per illuminare e far brillare la parola di suo Figlio”, ci aiuti in quest’anno della misericordia a “lavorare nel silenzio e nella pace” a servizio dei più bisognosi a testimonianza della verità della sua presenza in mezzo a noi.

 

Pace, forza e gioia. Angelo Ansalone

 

Lainate, 28 novembre 2015